Partenope e Dafne
La metamorfosi

La metamorfosi di Partenope

"Qui, presto, vieni, o glorioso Odisseo, grande vanto degli Achei,
ferma la nave, la nostra voce a sentire.”
Da Odissea, libro XII, vv.148-200
Le tre sirene, Partenope, Ligea e Leucosia, cercano di fermare la nave di Odisseo ammaliandolo con il loro dolce canto.
Il re di Itaca è furbo e si fa legare all’albero dai suoi compagni, per ascoltarle senza cedere alle loro lusinghe.
Grande è la delusione nel vedere che l’imbarcazione passa indenne il loro scoglio e le sirene si uccidono, lanciandosi cadere in acqua.
E’ così che forse si origina la metamorfosi: da creature alate si trasformano in donne dalla coda di pesce. La loro vita di creature marine dura un istante.
Il corpo esanime di Partenope portato dalle onde è raccolto dagli abitanti dell’antica Neapolis: la seppelliscono e le innalzano un monumento.
Da quel momento anche il nome della città rimarrà indissolubilmente legato a quella sirena.
Dafne
La metamorfosi

“Aiutami, padre: se in voi fiumi è un potere divino,
distruggi, trasformandola, questa mia figura che è troppo piaciuta”.
Le metamorfosi, Ovidio

Apollo si prese gioco di Eros.
E lui si vendicò infliggendogli la pena di un amore non corrisposto.
Il dio alato forgiò una freccia dalla punta d’oro con la quale colpì Apollo e una con la punta di piombo che trafisse la bella ninfa Dafne, figlia del fiume Peneo.
Le due frecce ebbero effetto contrario e opposto: il dio del Sole s’innamorò perdutamente della bella creatura del bosco e lei divenne insensibile alle divine lusinghe d’amore.
Fu così che Dafne pregò su padre, il fiume Peneo di farle perdere le sue belle sembianze, ed essere sottratta alla passione di Apollo.
Peneo ascoltò la supplica della figlia e la trasformò in un arbusto di alloro.
Da allora essa divenne la pianta sacra di Apollo: a Delfi, la città a lui dedicata, ai vincitori delle gare si offriva una corona di lauro.

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